Questo momento può essere occasione per ricordarci che l’oratorio non è solo un luogo, ma è anche tempo, relazioni, incontri, volti..
L’impossibilità di ritrovarci per celebrare l’Eucaristia, per incontrarci nello svago, per la nostra formazione nella catechesi di gruppo potrebbe far nascere una vera nostalgia di essere parte viva della comunità; e lo possiamo fare anche a casa nella preghiera che può nascere nelle nostre famiglie. Ragazzi, genitori e nonni possono trovare tempi e momenti per recitare insieme una preghiera.. prima del pranzo.. o prima della cena. I giovani possono aprire il cuore alla parola di Dio del giorno perché accompagni queste giornate di solitudine.
Se lo faremo saremo meno lontani perché la preghiera può farci sentire molto vicini e affideremo al Padre che ci “libera dal male” le nostre preoccupazioni. Così ci ha suggerito il nostro Arcivescovo:
“Benedici Signore la nostra terra, le nostre famiglie, le nostre attività.
Infondi nei nostri animi la fiducia e l’impegno per il bene di tutti, l’attenzione a chi è solo e malato.
Infondi saggezza e fortezza in chi si dedica al servizio a tutti noi.
Le sconfitte non siano motivo di rassegnazione e di sconforto, le paure non siano motivo di confusione.
Amen”
don Alessandro