Riflessioni e suggerimenti dell’Arcivescovo Mario Delpini per la festa degli Oratori 2023
“Pieno di vita” è il logo che dice l’attenzione che possiamo avere in questo anno dell’Oratorio. Il disegno rappresenta “l’Eucaristia”, la vita di Gesù che ci è donato tutte le volte che partecipiamo alla S. Messa (“prendete e mangiate, questo è il mio Corpo, il mio Sangue”). Da Lui viene la vita, la ricchezza di una vita, possibile solo nel dono di noi stessi per gli altri!
Così dice il nostro Arcivescovo nel suo messaggio:
“Non mi basta il lunedì. Il lunedì è un giorno interessante. Spesso comincia di malumore al solo pensiero che si deve riprendere il ritmo dei giorni feriali… Ci vorrebbe un giorno che riveli la bellezza di tutti i giorni, ci vorrebbe una amicizia che renda possibile l’amicizia vera, ci vorrebbe una parola che confidi il significato di tutti i giorni della vita.
«Ci vorrebbe la domenica», ha pensato Gesù, giorno della sua risurrezione.
Perciò è irrinunciabile la messa della domenica, anche se molti cercano di farlo dimenticare organizzando partite, viaggi, shopping, dormite senza orario… è irrinunciabile la domenica e la messa della comunità, perché solo Gesù risorto può essere la Vita che dà senso alla vita e solo la domenica può essere il giorno che spiega come e perché vivere il lunedì (e tutti gli altri giorni)”
E ancora:
“Per raccontare l’estate si organizza la serata delle fotografie. Scorrono sul telefono le foto più originali: quelle dei giochi d’estate, quelle del campeggio, quelle di Lisbona e dintorni, quelle dei meeting organizzati per le sfide di decanato… Le foto scorrono e scorrono i giorni d’estate come un ricordo da archiviare.
Ma ci sono momenti che le foto non possono raccontare.
Non possono raccontare di quel momento in cui nell’adorazione della notte Gesù mi ha parlato con una parola amica che mi ha trafitto il cuore. Non possono raccontare di quella confessione a Lisbona: quando il prete sconosciuto mi ha liberato dal peccato che mi schiacciava e mi ha restituito alla limpida gioia di sentirmi chiamato a vivere, a vivere lieto, a vivere buono… Non possono raccontare di quella chiacchierata con una ragazza mai vista prima che nel momento magico di quella passeggiata mi ha insegnato a guardarmi con occhi nuovi.
Le fotografie sono belle, ma non possono raccontare le cose più importanti: quello che il Signore scrive nei cuori, come l’amicizia incoraggi a vivere, come la vita diventi vita piena.
Impariamo così che il dono della vita non è un documentario, non è una fotografia, ma l’incontro con chi può darci vita, con Gesù e con gli angeli che Gesù manda per rivelarci quanto grande sia il tesoro che è in noi e quanta gioia e quanto amore ne possano venire”
Questo può essere la vita di una comunità di ragazzi… Il segreto della sua riuscita è di ‘crederci’ e di impegnare tempo e disponibilità.