Nell’incontro Gesù chiama per nome Maria Maddalena, ricrea in lei la fede e la speranza, purifica la sua ricerca amorevole. Ma, soprattutto, le rivela che il Padre è anche «Padre vostro», nostro, e che noi siamo fratelli di Gesù e tra noi: «Va’ dai miei fratelli». Così, risollevata, illuminata, confortata, Maria di Magdala corre ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!».
Come vorrei che questo grido di gioia sorgiva, scoppiato dal cuore della donna, fosse oggi il grido di tutti noi che stiamo celebrando l’evento della risurrezione, il grido di tutte le nostre comunità, di tutta la Chiesa, di tutta l’umanità! Come vorrei che la Pasqua costituisse per noi un nuovo esodo dalla nostra condizione di fragilità e di peccato verso la condizione di figli che è la nostra vocazione, il nostro destino, la vocazione e il destino di tutti gli uomini! Come vorrei che la nostra fede non si stancasse mai di essere sorpresa, stupefatta, entusiasta e si traducesse in speranza coraggiosa e vibrante!
Il Risorto è presente nella nostra vita ogni volta che ripetiamo i suoi gesti, le sue parole, le sue azioni; ogni volta che viviamo gli atteggiamenti evangelici. Il Risorto è presente nell’ Eucaristia; è nei nostri cuori mossi dalla forza dello Spirito. La nostra esistenza quotidiana ha già, nella sua modestia e quasi nella sua insignificanza, i segni della risurrezione.
E il Risorto sostiene anche con la sua grazia gli operatori di giustizia e di pace, tutti coloro che si sforzano di andare al di là delle armi, che si impegnano negli aiuti umanitari e invocano con sincerità la pace; tutti coloro che si rendono presenti in tanti luoghi dove permane la guerra, per compiere gesti di solidarietà e di amicizia. Preghiamo quindi, in questa Eucaristia, affinché tutti abbiano la forza di operare il bene e non siano vinti dalla frustrazione e dalla stanchezza.
Auguro a voi la buona Pasqua come piena rivelazione della nostra condizione di figli di Dio e di fratelli chiamati a portare nel mondo la bontà, la fraternità e la pace del Risorto. Auguro pace a tutti gli abitanti della nostra città, a tutti gli ospiti, ai fratelli e sorelle malati, ai sofferenti, ai poveri, ai carcerati, agli emarginati, ai profughi e a quanti attendono gesti di amore. Per tutti Gesù è morto sulla croce, per tutti è risuscitato e a tutti il Padre vuole dare la vita senza fine.
(da una riflessione del card. Martini)