Quaresima e… quarantena

Fra tante sospensioni legate al contagio del virus c’è, come sappiamo, anche la sospensione delle nostre attività, anche quelle formative; e tra queste la sospensione della celebrazione eucaristica.  La proposta quaresimale del digiuno per noi comprende ora anche il digiuno eucaristico. Come è possibile?

Il gesto dell’Eucaristia è, sappiamo, gesto decisivo per i discepoli di Gesù. Compierlo nel giorno del Signore è obbedienza al suo comando, perché si faccia memoria nel tempo della sua morte e della sua risurrezione. Come essere discepoli e chiesa di Cristo senza questa ‘memoria’?

Questa riflessione spinge il nostro sguardo a tutte quelle comunità che non possono celebrare l’Eucaristia come noi, ogni domenica. Per settimane e mesi, per la mancanza di preti… affrontando spostamenti lunghi a piedi (noi abbiamo la chiesa a portata di mano!!). Come fanno queste comunità a rimanere la chiesa di Cristo senza il gesto dell’Eucaristia che la rende il suo corpo? Come ne sono capaci? Come vivono questo digiuno quasi quotidiano? 

L’Eucaristia non è mai scontata (anche se noi ne abbiamo fatto un gesto scontato e abitudinario…). Ci può essere tolta; e non solo per un’epidemia… ma anche per mancanza di preti (una diminuzione già in atto…) o dovuta ad altre cause. Che cosa comporta questa mancanza dell’ Eucaristia??

Ricordo che in un viaggio in Siria anni fa, prima che scoppiasse la guerra, abbiamo fatto tappa ad Aleppo; ci siamo incontrati con i padri francescani che guidavano la comunità della città. Era domenica, e abbiamo celebrato l’Eucaristia con loro e con i fedeli presenti, alla sera, verso le 21.00. In Siria (paese mussulmano) la domenica è giorno lavorativo e non festivo; quindi i cristiani in quella giornata hanno lavorato… hanno frequentato università e scuole… Con grande stupore mi sono trovato davanti una cattedrale (non piccola) colma di fedeli, soprattutto giovani universitari (presenti dopo una giornata di studio all’università). Noi saremmo capaci di questo pur di non perdere forse quelle poche occasioni per celebrare in comunità l’Eucaristia??  Oppure… quante scuse e alibi noi troveremmo per non esserci!!

“Entra nella tua stanza, prega nel segreto il Padre tuo; e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. E’ un passaggio del vangelo di Matteo. Quasi un invito a riscoprire quella relazione intima e affascinante con Dio, da custodire.  Relazione impegnativa perché in una “relazione segreta”, appunto solitaria, personale. E proprio in questa relazione si gioca il nostro cammino di fede. Dio cerca “adoratori in spirito e verità”, Dio cerca l’incontro “faccia a faccia(come è stato per Mosè). Diceva S. Benedetto: “Chi prega solo in coro (cioè in comunità) ma non anche da solo (cioè preghiera personale) non prega mai!”

La quaresima (e questa quarantena) diventa invito a questa relazione apprezzando il dono della parola di Cristo.

Don Alessandro

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